Piede piatto

Sono alterazioni di tipo morfologico del piede caratterizzate da valgismo del retropiede e da una riduzione della cosiddetta volta plantare che può raggiungere anche il limite estremo di un completo appiattimento, la prima per un crollo della stessa, la seconda per il suo rovesciamento verso l’interno del piede.

Piede piatto

Cos'è il piede piatto?

Alla nascita tutti hanno un “piede piatto”. Quando per cause ancora non perfettamente note si verifica un processo per cui la volta plantare tarda ad assumere la sua forma e dimensione normale, ci troviamo allora di fronte ad un piede piatto. Il cardine di tale deformità è a livello del retropiede, costituito da due ossa calcagno e astragalo. L’immaturità e la lassità dei legamenti fanno infatti sì che l’astragalo, normalmente posto sopra al calcagno, scivoli verso il basso, in avanti e internamente, trascinando con se tutte le ossa ad esso connesse anteriormente, costringendo il calcagno a ruotare. Questo movimento di rotazione interna del retropiede prende nome di pronazione. La pronazione del retropiede ha ripercussioni anche sull’ avampiede. La caduta dell’astragalo schiaccia infatti la testa del primo metatarso contro il pavimento, facendolo sollevare per reazione con il suolo, provocando una deformazione in extrarotazione di tutto l’avampiede che prende nome di supinazione.

Caratteristica del piede piatto

La rotazione interna (pronazione) del retropiede e la successiva rotazione esterna (supinazione) dell’avampiede provocano un movimento elicoidale nel piede con la scomparsa della volta e la caratteristica caduta dell’arco longitudinale interno.

Gravità del piede piatto

Stadi del piede piatto

La gravità del piede piatto valgo viene suddivisa in tre stadi:

I stadio

L’arco longitudinale risulta ridotto, ma è ancora presente. La funzionalità del piede è sostanzialmente normale, in particolar modo se esso non è sottoposto ad alcun carico.

II stadio

L’arco longitudinale non è più visibile. Si inizia ad assistere alla comparsa di sintomatologia dolorosa e all’alterazione morfologica del piede.

III stadio

Nel terzo stadio, l’arco longitudinale è mancante e si ha convessità del bordo mediale del piede.

I stadio

L’arco longitudinale risulta ridotto, ma è ancora presente. La funzionalità del piede è sostanzialmente normale, in particolar modo se esso non è sottoposto ad alcun carico.

II stadio

L’arco longitudinale non è più visibile. Si inizia ad assistere alla comparsa di sintomatologia dolorosa e all’alterazione morfologica del piede.

III stadio

Nel terzo stadio, l’arco longitudinale è mancante e si ha convessità del bordo mediale del piede.

PIEDE PIATTO

Trattamenti per bambini e adulti

Nel bambino questo tipo di deformità è spesso asintomatica, ma, se grave, va trattato prima con una terapia podortotica e riabilitativa, poi con intervento chirurgico nelle forme gravi. In questi casi si inserisce una piccola protesi, in genere in materiale biologico a lento riassorbimento. Nella crescita, fra gli 8-12 anni, il piede si plasma secondo il nuovo assetto e torna normale. 

Nell’adulto il piede piatto può consentire una vita normale o diventare sintomatico: spesso si associa a dolori e stanchezza delle gambe, a mal di schiena. Tende a evolvere verso l’artrosi, le rotture tendinee, le plantalgie, le deformità delle dita. I plantari sono una buona soluzione nelle fasi iniziali. Nei gradi avanzati è necessaria una chirurgia ossea.

Piede piatto

Trattamento chirurgico mininvasivo

Una volta, l’intervento era più invasivo, attualmente esistono diverse tecniche che prevedono la semplice introduzione di una vite per via percutanea subito sotto la caviglia, dal lato esterno, attraverso un forellino della cute che richiede la chiusura con un solo punto di sutura. La durata dell’intervento è di circa 15-20 minuti per piede, può essere eseguito su entrambi i piedi in contemporanea, in anestesia locale. Al termine dell’intervento si utilizzano 2 tutori con i quali il bambino si può mettere in piedi dopo 2-3 giorni e deambulare con l’ausilio di 2 stampelle, dopo circa 3 settimane si rimuovono i tutori ed il bambino rimane libero. Le viti vengono mantenute per circa 18 mesi, tempo necessario all’organismo di apprendere la correzione del piede, quindi si esegue l’intervento di rimozione.

i vantaggi

Chirurgia Mininvasiva

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