Unghia incarnita

L’unghia incarnita è un problema comune e doloroso che colpisce l’alluce. Il podologo offre soluzioni efficaci per alleviare il dolore e prevenire ricadute. 

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Rimuovere l'unghia incarnita definitivamente e senza dolore

L’unghia incarnita, conosciuta anche come onicocriptosi, è un comune problema podologico che può causare fastidi e dolore significativi. Si verifica quando un lembo dell’unghia si infila nella pelle del dito, nota colloquialmente come “unghia incarnita”. Se l’unghia incarnita provoca una ferita, è facile che si sviluppi un’infezione, causando un’infiammazione

Chirurgia podoiatrica innovativa

Fenolizzazione dell'unghia incarnita

Oggi, nella letterature medica internazionale si ritiene che la tecnica chirurgica più valida, che agisce direttamente sulla matrice, sia l’onicectomia parziale con acido fenico, che ha il vantaggio di bloccare definitivamente la crescita ungueale nel punto di applicazione. Si procede con tale tipo di operazione se il paziente è stato già sottoposto al fallimento ripetuto di trattamenti curativi non chirurgici o se prova dolore acuto notevole improvviso.  Ricordiamo che questa tecnica è impiegata con successo negli Stati Uniti da oltre 70 anni!

Intervento

unghia incarnita fenolizzazione

Una volta “addormentata” la parte da trattare mediante una semplice indolore anestesia locale, si va a incidere con accuratezza solo la parte dell’unghia alterata e la si asporta delicatamente. Si applica poi sulla matrice, resa libera in tal modo, l’acido fenico alla percentuale prestabilita e con il protocollo prestabilito dai Gold Standard Internazionali. 

Subito dopo

Podologist uses a bandage to apply antiseptic to the toe after nail removal.

Non sono necessari punti di sutura, basterà solamente disinfettare il dito, avvolgerlo in una garza per la traspirazione e la protezione da infezioni. Esaurito l’effetto dell’anestesia, sono presenti solo minimi dolori, dunque verranno prescritti dal medico solo eventuali antidolorifici e calzature morbide e ampie, per i primi giorni dopo l’intervento. 

Alcuni giorni dopo

stadi del piede piatto

Dopo alcuni giorni dall’operazione, e dopo essersi sottoposti alla visita di controllo, sarà già possibile eliminare la fasciatura e ritornare a camminare tranquillamente. L’intervento, a parte il tempo per l’anestesia locale, dura solo pochi minuti ed ha un’efficacia risolutiva del 97-98% sia nella letteratura internazionale sia nella nostra pratica reale di oltre 15 anni di applicazione.

Unghia incarnita

Come si presenta

La presenza di un’anomalia o di una patologia nell’unghia, produce spesso un intenso dolore e disagio nella deambulazione. L’unghia incarnita si manifesta con una curvatura esagerata della lamina ungueale, che tende ad approfondirsi nel margine carnoso, causando tutto intorno dolore, gonfiore e rossore. Il paziente avverte il dolore maggiore proprio nel punto in cui l’unghia penetra nella pelle. L’unghia incarnita è una patologia che può divenire cronica, sovente simmetrica, che può colpire entrambi i lati dell’unghia.

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Come intervenire?

Nell’unghia incarnita di I grado, l’intervento del podologo è utile in quanto un trattamento non invasivo può portare a guarigione senza necessità di intervento chirurgico. Se l’incarnimento è grave, è necessario asportare definitivamente la porzione di matrice che dà origine alla parte laterale della lamina. È situata in profondità e lateralmente nella falange per cui non viene distrutta se ci si limita a estrarre chirurgicamente l’unghia malata. Gli interventi di avulsione dell’unghia, non risolvono mai definitivamente il problema.

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    Efficacia della fenolizzazione

    Ricordiamo che questa tecnica è impiegata con successo negli Stati Uniti da oltre 70 anni! Il fenolo ha proprietà che lo rendono “insostituibile”: ha proprietà antisettiche, evita la comparsa di infezioni e non rende necessaria la terapia antibiotica; ha proprietà anestetiche e quindi fa si che il post-operatorio non sia doloroso; ha proprietà cicatrizzanti per cui dopo 2-4 settimane dall’intervento il dito è in genere guarito. Inoltre, produce ottimi risultati estetici, è scarsamente invalidante e dolorosa, ha un’efficacia del 95% ed è economica rispetto a trattamenti più invasivi e costosi quali ad esempio la resezione chirurgica con il laser.

    Cosa bisogna fare?

    Se parlate, come noi da 30 anni, con chi ha sofferto di questa patologia, scoprirete storie incredibili di svariati percorsi terapeutici tra cui casi di persone che sono state operate 6/7 volte con dolori atroci e senza mai risolvere il problema, o peggiorandolo ancora, perdendo l’unghia per sempre perché gli è stata infine asportata! Può sembrare un problema semplice e banale a confronto con altre patologie più importati del corpo umano, ma non è così, per questo motivo è necessario affidarsi ad un professionista.

    Unghia incarnita

    Fasi di gravità

    Le fasi di gravità di un’onicocriptosi sono state presentate dal Dr. Heifetz già nel 1937:

    Grado 1: gonfiore ed eritema del solco ungueale laterale. I margini vengono coperti dai tessuti sempre più infiammati del solco laterale.

    Grado 2: dolore crescente, presenza di infezioni acute ed attive, con manifestazioni di drenaggi sierosi. Persiste dolore che interferisce con la deambulazione e le attività sportive.
    Grado 3: presenza di tumefazioni tessutali adiacenti al solco laterale dell’unghia. Si sviluppa così l’accrescimento dei tessuti molli circostanti, e l’intera superficie ungueale risulta parte del tessuto ipertrofico e infiammato, attribuendosi l’aspetto “incarnito”. Il tessuto di granulazione va incontro a riepitelizzazione con formazione di un cuscinetto che ricopre la lamina.

    cause

    Le cause dell'unghia incarnita

    Esistono numerose cause diverse tra loro che favoriscono l’onicocriptosi.

    Il modo errato di tagliarsi le unghie

    Se tagliate troppo corte, durante la deambulazione, la pressione richiesta dal movimento, si concentrerà maggiormente sulla parte finale del tessuto molle, sprovvisto di sufficiente unghia, e col passare del tempo, i tessuti, tenderanno a svilupparsi verso l’alto e al momento della ricrescita, l’unghia si ritroverà bloccata e incuneata in una neoformazione “gonfiatasi” nel frattempo. Nel caso, invece, si tagli troppo obliquamente l’unghia, si va incontro al rischio di farla incarnire nei solchi ungueali e si aumentano i fattori di rischio di recidiva, avendo comunque lasciato dentro speroni di unghia che non si vedono, ma che crescendo si affossano nel solco ungueale che nel frattempo si è riposizionato al posto dell’unghia.

    Indossare calzature troppo strette

    La scarpa priva di spazio sufficiente per far appoggiare l’intero avampiede, va ad impedire il corretto movimento delle dita, sacrificando la punta e comprimendola verso il bordo della calzatura. L’unghia non avendo a disposizione lo spazio sufficiente, subirà diversi micro traumi ripetuti che la porteranno, nel tempo, a svilupparsi in maniere errata e ad incarnirsi. 

    Urti e traumi

    Può capitare di essere soggetti a un colpo inaspettato, anche compiuto da terzi, magari mentre si stava svolgendo un’attività sportiva oppure un oggetto pesante che ci cada sopra. In questo caso, il colpo subito favorisce la lesione del solco dell’unghia nella sua parte delicata, favorendo un’errata crescita. 

    Cause di origine biomeccanica ed anatomica

    Il valgismo dell’alluce: la compressione del primo dito sul secondo comporta una lesione dei tessuti periungueali laterali, dovuta alla ripetizione del microtrauma unghia-tessuti molli.

    La pronazione dell’avampiede: mancando del giusto appoggio podalico durante la propulsione del piede nella camminata, si va ad aumentare la pressione sui tessuti molli periungueali degli alluci. 

    Il piede quadrato: il secondo dito avendo raggiunto la stessa lunghezza del primo, può favorire l’unghia incarnita grazie al continuo appoggio costante sul primo dito per il conflitto ripetuto tra il I-II dito.

    Queste situazioni morfo-biomeccaniche portano inizialmente alla onicofosi che, se non curata adeguatamente si può complicare in onicocriptosi per scorretto taglio dell’unghia, sovrapposizione micotica, uso di calzature e calze strette o inadatte.

    Il modo errato di tagliarsi le unghie

    Se tagliate troppo corte, durante la deambulazione, la pressione richiesta dal movimento, si concentrerà maggiormente sulla parte finale del tessuto molle, sprovvisto di sufficiente unghia, e col passare del tempo, i tessuti, tenderanno a svilupparsi verso l’alto e al momento della ricrescita, l’unghia si ritroverà bloccata e incuneata in una neoformazione “gonfiatasi” nel frattempo. Nel caso, invece, si tagli troppo obliquamente l’unghia, si va incontro al rischio di farla incarnire nei solchi ungueali e si aumentano i fattori di rischio di recidiva, avendo comunque lasciato dentro speroni di unghia che non si vedono, ma che crescendo si affossano nel solco ungueale che nel frattempo si è riposizionato al posto dell’unghia.

    Indossare calzature troppo strette

    La scarpa priva di spazio sufficiente per far appoggiare l’intero avampiede, va ad impedire il corretto movimento delle dita, sacrificando la punta e comprimendola verso il bordo della calzatura. L’unghia non avendo a disposizione lo spazio sufficiente, subirà diversi micro traumi ripetuti che la porteranno, nel tempo, a svilupparsi in maniere errata e ad incarnirsi. 

    Urti e traumi

    Può capitare di essere soggetti a un colpo inaspettato, anche compiuto da terzi, magari mentre si stava svolgendo un’attività sportiva oppure un oggetto pesante che ci cada sopra. In questo caso, il colpo subito favorisce la lesione del solco dell’unghia nella sua parte delicata, favorendo un’errata crescita. 

    Cause di origine biomeccanica ed anatomica

    Il valgismo dell’alluce: la compressione del primo dito sul secondo comporta una lesione dei tessuti periungueali laterali, dovuta alla ripetizione del microtrauma unghia-tessuti molli.

    La pronazione dell’avampiede: mancando del giusto appoggio podalico durante la propulsione del piede nella camminata, si va ad aumentare la pressione sui tessuti molli periungueali degli alluci. 

    Il piede quadrato: il secondo dito avendo raggiunto la stessa lunghezza del primo, può favorire l’unghia incarnita grazie al continuo appoggio costante sul primo dito per il conflitto ripetuto tra il I-II dito.

    Queste situazioni morfo-biomeccaniche portano inizialmente alla onicofosi che, se non curata adeguatamente si può complicare in onicocriptosi per scorretto taglio dell’unghia, sovrapposizione micotica, uso di calzature e calze strette o inadatte.

    Unghia incarnita: sintomi e conseguenze

    Conseguenze di una mancata cura

    È prudente agire con la giusta tempistica ed essere a conoscenza dei corretti metodi della cura del nostro piede.

    Granuloma reattivo per mancate cure

    Quando si ha l’unghia incarnita, è facile che si formi Granuloma Reattivo, una crescita esagerata del tessuto dermico, morbido, spesso, colmo di pus e facilmente sanguinante. Bisogna intervenire subito, in quanto ha la capacità di svilupparsi in breve tempo fino a trasformarsi in infezione. Il Granuloma Reattivo può essere curato con due prospettive diverse: o come medicazione tramite un processo curativo, per far calmare il dolore e far diminuire l’infezione, favorendo poi il trattamento podologico; oppure, come preparazione all’intervento podoiatrico diminuendo la pericolosa carica batterica ed evitando così l’esposizione a rischiose infezioni.

    Unghia incarnita

    Consigli e prevenzione

    A meno che il problema sia congenito, i modi migliori per prevenire le unghie incarnite sono:

    Unghia incarnita: pareri degli esperti

    Consigli ed errori

    Bisogna prestare molta attenzione su come agire per ottenere la risoluzione definitiva del problema. Leggendo sui vari forum o sfogliando le varie pagine web sull’argomento, diversi metodi vengono proposti e applicati senza razionalità e piuttosto che eliminare la patologia la amplificano.

    Sicuramente su questa patologia non si ha la necessità di applicare creme o medicine con proprietà antibiotiche, principalmente per due essenziali motivi: la crema causa un’ostruzione e un deterioramento del Granuloma e l’azione antibiotica non possiede caratteristiche dimostrate e verificate per eliminare i batteri dato che si è di fronte al caso di una ferita “viva” e in continua reinfezione per la presenza della spicula ungeale incisiva, oltre al fatto che l’utilizzo ripetuto di antibiotici aumenta la resistenza batterica.

    Anche la decisione di curarla tramite l’uso di antisettici, come i derivati del cloro o lo iodopovidone, è fortemente sconsigliato, perché tali prodotti aumentano solamente l’irritazione e la lesione invece di lenirla e di guarirla.

    Infine sono da escludere i pediluvi di acqua calda con sali che hanno proprietà inadeguate e non risolutivi.

    Una buona risoluzione del granuloma si ottiene tramite una crema senza alcuna proprietà antibiotica e priva di controindicazioni: l’Arnica. È proprio grazie alle sue naturali proprietà antinfiammatorie e analgesiche che entra a far parte dei rimedi naturali più efficaci. Per curare il granuloma si consigliano ripetuti impacchi di Arnica da trattenere tutta la notte, spalmandola abbondantemente sull’intera zona infiammata, non facendola assorbire interamente e appoggiando un velo di pellicola trasparente lungo tutto il dito in modo da non farlo andare su altre zone. L’Arnica aiuta il riassorbimento dell’infiammazione riducendo rapidamente il dolore. Questo tipo di trattamento omeopatico si applica esclusivamente se il Granuloma è ancora di piccole dimensioni e gestibile, se invece possiede caratteristiche più importanti, bisogna rivolgersi immediatamente ad un podologo podiatra per valutare di intervenire podologicamente o podoiatramente.

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